Io e mia figlia. Due “streghette” a Milano dal mondo di Altrove (Diario di una mosca bianca)

L’abbiamo atteso tanto, io e Federica: un viaggio “tutto nostro”! un viaggio da amiche vere nella meraviglia di Milano.

Navigli

Non è sempre facile tra noi. Molto spesso io ho bisogno di ritagliarmi i miei spazi e di inseguire l’arte; ho bisogno di rinchiudermi in quella solitudine che solo chi ha vissuto la strada percorsa dagli ultimi conosce.

Federica sa che la sua mamma è “diversa”. Lo sono per tante ragioni, sapete? Perché riesco a vedere le cose oltre le apparenze; perché mi piace perdermi nei più piccoli dettagli e non so neppure io il perché. E poi… perché sono disabile! (Din don, chi è? Una disabile con il sorriso sulla faccia, un sorriso vero. Sorpresi? Vi abituerete.)

E io so che anche Federica è “diversa”. Lei è “più”, più in ogni senso.

Lo so, ma non è mai abbastanza, perché ogni volta mi sorprendo. Durante il viaggio abbiamo parlato molto, anche con una intrigante pittrice incontrata in treno. Nell’ascoltare le parole di Federica ho avvertito un sussulto del cuore: le sue parole, il suo modo di ragionare, di pensare, di vedere le cose…

Quanto sei cresciuta, Federica? Ogni giorno è una “meravilia”, come dico io, e tu mi correggi. Come hai fatto anche a Milano, mentre ammiravamo i bei negozi di Corso Buenos Aires o in Piazza Duomo, immerse in tanta bellezza di arte. Correggi la tua mamma “distratta”.


Riuscire a tenere il tuo passo, Federica, non è facile per una mamma disabile. A volte mi fermo e nascondo la mia timidezza. Un tempo la mia disabilità era più leggera e sarei riuscita a seguire il tuo passo. Oggi no, oggi sei tu che devi restare al mio fianco.

Tu mi hai ringraziata per questo viaggio “solo nostro”. Io voglio ringraziarti per il viaggio della vita che tu affronti insieme a me.



Milano è stata per me la città dei sogni dell’arte, sogni trovati, sogni perduti; ma i sogni hanno sempre quel sapore malinconico.

È stato fra i mercatini dei Navigli, in quell’atmosfera magica, mentre eravamo concentrate a provare cappellini e guanti, che ho capito che io e te, Federica, siamo esseri umani di un’altra epoca. Veniamo dal mondo di Altrove.


Tra cioccolata calda, musicisti di strada, bancarelle e opere d’arte, non ci resta che portare con noi questi ricordi magici. E tenerci per mano.

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