“Multiculturando” parlando, sentendo e... vivendo (Diario di una mosca bianca)

La mia vita come mediatrice, un viaggio “multiculturando sentendo”, è iniziata molti anni fa. All’epoca ero dall’altra parte del fiume della “vida”, un’immigrata arrivata da poco in Italia. Ero laureata in Economia ma non sapevo come far valere la mia laurea in Italia. In Albania avevo studiato una economia “centralizzata”, in Italia le cose erano differenti.



Io e il piccolo Baba, perché i bambini volano nella bellezza dell'integrazione e da loro dovremmo imparare tutti.

Tutto quello che avevo raccolto fino a quel momento, in altre parole, non mi avrebbe portato da nessuna parte. Sono stata obbligata a seguire un percorso diverso, a inventare una nuova strada, in mezzo a una miriade di problemi burocratici. Dovevo “inventarmi” di nuovo. E indovinate? Per quanto difficile, la cosa non mi dispiaceva affatto. La creatività e l’amore per la fantasia si vedono anche da queste cose. E dentro di me sentivo più che mai vivo il desiderio di realizzarmi.


Il mio attestato di formazione in mediazione linguistica e culturale

Sono venuta a conoscenza di due corsi meravigliosi per “mediatori linguistici e culturali”. Sentivo che era la mia occasione. Da allora la mediazione culturale non mi ha più abbandonata, è diventata una parte di me, del mio lavoro, del mio “vivere sentendo”.

I miei primi progetti importanti sono legati a delle scuole. Con “L’Albania a due passi da te”, ad esempio, uno dei tanti miei progetti multiculturali, potevo concentrarmi sulla vicinanza culturale tra Italia e Albania, sui legami linguistici e culturali. Stavo diventando il “ponte” tra culture diverse, tra mondi diversi.

Quando arte e integrazione si uniscono... nasce la magia!

Senza accorgermene, avevo attraversato il fiume. Potevo finalmente aiutare tutte quelle persone che ancora si trovavano dall’altra parte. Potevo aiutarle nel loro “viaggio” di integrazione.

Non è stato un viaggio facile. Oggi le cose sono diverse da allora ma un tempo c’era una minore attenzione per le tematiche legate all’integrazione e realizzare progetti di mediazione, in Italia, era un bel sogno che rischiava di rimanere tale.

Oggi più che mai, comunque, è fondamentale “mediare” tra le diverse culture in nome dell’integrazione e in nome soprattutto di quelle “diversità” che sono occasioni per restare uniti e conoscersi, e non per dividersi e restare soli.


Alla Festa dei Popoli nel 2005, per raccontare la bellezza delle nostre diversità

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